Voi che vivete sicuri/ nelle vostre tiepide case,/ voi che trovate tornando a sera/ il cibo caldo e visi amici…“. Accendendo la radio in questi giorni, sulle reti Rai, è capitato di sentire spesso recitare questi versi memorabili, l’incipit della celeberrima poesia Se questo è un uomo di Primo Levi, dedicata alle donne e agli uomini nel campo di Auschwitz. Donne e uomini annichiliti, torturati dalla fame, dal gelo, dalle percosse, dal regime di terrore instaurato nel Lager.
La radio però non trasmetteva un omaggio alle vittime dei Lager: quei versi straziati servivano solo da spunto per la pubblicità di una caldaia, marca Vaillant. Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, era il concetto, ringraziate la Vaillant che ve le scalda.
Una operazione di pessimo gusto, che offendeva la memoria di Primo Levi e quella delle vittime dei Lager.
Di fronte alle immediate proteste dell’ANED, che ha chiesto l’interruzione della campagna, la Vaillant ha deciso di bloccare lo spot e di sostituirlo con un altro. “Ci scusiamo – ha scritto a chi aveva protestato Marco Basla, responsabile della comunicazione della Vaillant – per avere, involontariamente, urtato la Vostra
sensibilità  e per la leggerezza nella verifica del contenuto del nostro
spot. Desideriamo precisare che quanto accaduto, sicuramente
spiacevole, è avvenuto in totale buonafede.

“In ogni caso, consapevoli della mancanza, Le segnaliamo che,
anche grazie alla Sua indicazione, abbiamo già  provveduto alla sostituzione
dello spot con una nuova versione che ci consente di continuare la nostra
campagna di comunicazione senza che alcuno possa fare riferimento a un grande
autore della letteratura italiana e, soprattutto, alla pagina storica più
tragica del secolo scorso”.
L’ANED ha preso atto con soddisfazione della pronta replica e soprattutto dell’interruzione di quella campagna.

Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

Primo Levi