Un attacco con bombe carta e bottiglie molotov, meticolosamente preparato, che solo per un caso non ha provocato vittime. Chi conduce le indagini sul raid razzista contro il campo nomadi della Cascinazza a Torino, nella notte di sabato 10 dicembre, ne è sicuro: non si è trattato dell’esplosione di rabbia spontanea e improvvisata, ma di un vero e proprio pogrom che mirava a fare delle vittime.
Lo stesso giudice Gian Carlo Caselli ha parlato di un episodio gravissimo di razzismo.Si interrogano i due fermati e si proseguono le indagini, anche nel mondo degli ultras del calcio.

Al termine di un corteo di un centinaio di persone contro il presunto stupro – poi risultato del tutto inesistente – di una ragazzina di 16 anni da parte di due “rom”, diverse decine di uomini si sono scagliati contro il campo nomadi, armati di bastoni e portando taniche di benzina. Hanno ordinato alle donne di allontanarsi subito coi bambini e poi sono andati all’assalto, preceduti da forti esplosioni di bombe carta, lanciate con l’intento di seminare il panico tra gli uomini rimasti a presidiare le loro povere cose.
Poi il fuoco, alimentato dalla benzina, ha avvolto l’intera struttura, distruggendo ogni cosa. I vigili del fuoco hanno impiegato molte ore ad avere ragione dell’incendio.
Contro questa esplosione di razzismo criminale si sono levate alte le voci delle forze democratiche di Torino e non solo. L’ANED unisce la propria voce  nella condanna di questo pogrom razzista, esprimendo solidarietà alle vittime e chiedendo alle forze dell’ordine di assicurare alla giustizia i responsabili.