Si è aperta a Teheran la conferenza sull’Olocausto organizzata dal governo iraniano per “verificare se lo sterminio degli ebrei europei durante la seconda guerra mondiale è avvenuto veramente o è un’invenzione dagli stessi ebrei”, come sostiene il regime iraniano. La conferenza è stata aspramente criticata dalla comunità internazionale e gli ambasciatori dell’UE hanno declinato l’invito a partecipare. Proteste e parole di condanna per l’incredibile iniziativa sono giunte a Teheran da ogni parte del mondo.
Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha più volte affermato che il genocidio degli ebrei in realtà non sarebbe che “un’invenzione”. “Lo scopo di questa conferenza non è negare o confermare l’Olocausto”, ha detto nel suo discorso inaugurale il ministro degli Esteri iraniano, Manouchehr Mottaki. “Lo scopo principale è dare un’opportunità agli studiosi che in Europa non possono esprimere liberamente le loro opinioni sull’Olocausto”.
Secondo gli organizzatori sono presenti storici e studiosi provenienti da una trentina di nazioni. Tra i partecipanti lo storico americano David Duke, ex deputato repubblicano della Louisiana e leader del Ku Klux Klan e il francese Robert Faurisson, che ha sempre negato l’esistenza delle camere a gas con cui i nazisti sterminavano i prigionieri rinchiusi nei lager e due mesi fa fu condannato in patria a tre mesi di carcere con la condizionale. Atteso inoltre l’australiano Fredrick Toeben, autore di uno studio intitolato “L’Olocausto: un’arma per uccidere”.
Il discorso del presidente iraniano alla conferenza è stato interrotto dalla clamorosa contestazione di un folto gruppo di studenti che gridando slogan contro la dittatura ha cercato di giungere fino al palco degli oratori.
È la prima volta che il vertice di uno stato sovrano si impegna in una simile conferenza, contro la verità e contro la coscienza del mondo intero. Si tratta di una iniziativa che non potrà non avere conseguenze sui rapporti tra l’Iran e la comunità internazionale.