“Registriamo con profondo rammarico le sconcertanti motivazioni con le quali è stata disposta, in Germania, l’archiviazione di procedimenti giudiziari contro soggetti accusati di partecipazione diretta a efferate stragi naziste”. E’ un passaggio del messaggio che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione del 69° anniversario dell’eccidio di Bellona, ha inviato al sindaco Filippo Abbate.
Il “rammarico” e lo “sconcerto” di Napolitano sono riferiti alla decisione della giustizia tedesca di archiviare l’inchiesta nei confronti di otto ex Ss accusati di avere partecipato alla strage di Sant’Anna di Stazzema, dove il 12 agosto 1944 le SS trucidarono 560 civili italiani, in maggioranza vecchi, donne e bambini. Per la strage la giustizia italiana ha emesso dieci condanne all’ergastolo, di cui tre confermate in Cassazione. La sentenza di archiviazione ha sollevato una ondata di proteste in Italia, dove si ricodano circa 15.000 civili vittime delle stragi naziste nel corso della seconda guerra mondiale.
Nel messaggio, reso noto dal Quirinale, il capo dello Stato rivolge un “pensiero commosso alle 54 vittime innocenti travolte a Bellona, insieme a tantissime altre, dall’inumana barbarie del nazifascismo che funestò l’Italia in quel tragico periodo della nostra storia. La memoria della strage deve essere perpetuata, affinché quelle vite così tristemente e assurdamente spezzate, siano sempre di monito e insegnamento per le nuove generazioni e le inducano a profondere ogni possibile sforzo per la costruzione di un mondo fondato sui valori di libertà, pace e dignità della persona, sanciti dalla Carta costituzionale”
“Nello stesso tempo – prosegue Napolitano – registriamo con profondo rammarico le sconcertanti motivazioni con le quali è stata disposta, in Germania, l’archiviazione di procedimenti giudiziari contro soggetti accusati di partecipazione diretta a efferate stragi naziste. Idealmente presente, formulo a lei, signor Sindaco, ai familiari delle vittime e alla cittadinanza tutta, i sentimenti della mia partecipe vicinanza”.
Le parole del presidente della Repubblica giungono quattro giorni dopo l’archiviazione e due giorni dopo il commento sulla vicenda di Michael Georg Link, ministro tedesco agli Affari europei, ospite a Palazzo Chigi. “Il governo federale continuerà ad assumersi la responsabilità storica” dei crimini commessi per mano dei tedeschi, aveva assicurato Link, comprendendo “il dolore delle persone interessate e la loro forte delusione”. Il ministro si era poi detto “sicuro che la procura di Stoccarda non abbia preso con facilità questa decisione. Ma la magistratura può decidere solo nel quadro delle leggi esistenti”.
Il commento di Enzo Collotti sul “Manifesto”
Se in Germania si archivia, l’accertamento della verità nelle aule di giustizia italiane continua. E si torna a parlare dell’eccidio di Cefalonia, avvenuto il 24 settembre del 1943. E’ stata rinviata al 19 ottobre, al Tribunale militare di Roma, l’udienza preliminare nel procedimento a carico di Alfred Stork, ex militare della Wehrmacht, 89 anni, accusato di aver partecipato materialmente alle fucilazioni della Casetta Rossa, dove furono passati per le armi almeno 117 ufficiali italiani, prigionieri di guerra e appartenenti ai reparti della Divisione Acqui.
Il procuratore militare di Roma, Marco De Paolis, ha depositato altro materiale documentario. A verbale anche le testimonianze di 10 ex militari tedeschi, che si aggiungono ai quattro faldoni dell’inchiesta.