Puntuale, il segretario leghista Matteo Salvini fa sapere come la pensa: "Ma il sindaco
di Rimini non ha di meglio da fare?"
Tutto nasce dalla protesta di due turisti, ebrei californiani, alla vista delle bottiglie
con la faccia di Hitler e Mussolini (ma ce ne sono anche con Stalin e Che Guevara) in
vendita in un locale della città. La protesta era finita sui giornali e aveva provocato la
reazione di molti privati e di alcune organizzazioni, tra cui la nostra.
Condividendo lo spirito di tali proteste e considerando gli scarsissimi margini di
intervento lasciati dalla legge in casi del genere alle amministrazioni comunali, il
sindaco della città Andrea Gnassi ha chiesto pubblicamente al Parlamento di
approvare misure più semplici ed efficaci per impedire la vendita di simili schifezze.
Ed ecco, appunto, che giunge puntuale la replica di Salvini. Il quale paga così la
cambiale firmata all'epoca del comizio romano in piazza del Popolo, quando per
rimpinguare il non affollatissimo uditorio strinse un'alleanza con Casa Pound.
Il capo della Lega, che punta a occupare a destra lo spazio lasciato libero dal mesto
declino di Berlusconi, sa di aver bisogno di tutti, anche delle forze del più becero
neofascismo, se vuole sperare di affermarsi come leader nazionale.
Sono lontanissimi gli anni delle origini del movimento, quando Bossi gridava contro i
"fascisti" di Forza Italia e cercava di accreditare i leghisti, coi loro riti celtici, come i
"nuovi partigiani". Un voto in più val bene la difesa del faccione del duce messo
sull'etichetta di un vino cattivo da qualche produttore a sua volta alla ricerca di una
facile – quanto macabra – pubblicità.
E' una piccola miserabile vicenda che non meriterebbe un commento, se non fosse
che la coincidenza con le recenti agitazioni di piazza sul tema dell'immigrazione
propone il tema della forma stessa della democrazia nel nostro paese.
Ci pensi Salvini: la campagna xenofoba, violenta e razzista dei suoi amici di oggi circa un
secolo fa ci ha regalato la dittatura e aperto la strada allo sterminio nei Lager.
Per parte sua l'Aned esprime solidarietà al sindaco Gnassi e pieno appoggio alla sua
richiesta dì norme più efficaci per togliere dai negozi quegli oggetti falsamente
goliardici, che richiamano alla mente l'immane tragedia della seconda guerra
mondiale, di cui il nazifascismo porta intera la responsabilità.
Non si scherzi con le vittime di quella guerra, non si offenda la memoria dei milioni
di uomini, donne e bambini falciati dai seguaci di quel movimento che era nato con
un innocuo "Me ne frego".

Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi nazisti