Per la terza volta a Roma oltraggiate le pietre della memoria.
Dopo Monteverde, in cui furono imbrattate le pietre in ricordo dei familiari di Piero Terracina, e dopo l’asportazione delle tre pietre per le sorelle Spizzichino in via Santa Maria in Ponticelli l’insulto è stato messo a punto ora in via Garibaldi all’altezza del civico 38 a Roma, dove la «pietra d’inciampo» ricordava il falegname antifascista Augusto Sperati. Non è stata un’azione improvvisata e frettolosa. I negazionisti infatti non solo hanno estratto dal marciapiede il sampietrino in ottone ma nel buco del marciapiede hanno poi inserito un sampietrino ordinario che evidentemente si erano portati dietro.
A cinquanta metri ci sono due telecamere del Comando interregionale «Podgora» dei carabinieri, si spera che abbiano inquadrato qualcosa.
La scomparsa del sampietrino è stata denunciata da un condomino del palazzo che ha provveduto ad avvertire la sede dell’Aned, l’associazione degli ex deportati. «Augusto Sperati era un falegname trasteverino – spiega Eugenio Iafrate, vicepresidente dell’Aned di Roma -, aveva 63 anni, era un antifascista e fu arrestato nel dicembre del ’43. Il 4 gennaio del ’44 fu deportato nel lager di Mauthausen dove fu immatricolato con il numero 42197. Il 15 luglio del ’44 risulta eliminato nel Castello di Hartheim, dove i nazisti portavano avanti il loro progetto di sterminio sui disabili e gli ammalati, il piano per l’eutanasia e l’eugenetica. La pietra che lo ricorda è stata posta la mattina del 12 gennaio di un anno fa, fa parte della posa di 54 pietre d’inciampo in cui sono compresi anche tre deportati politici come Sperati».
L’Aned e Arte in Memoria, l’associazione che cura l’operazione «pietre d’inciampo», hanno diffuso un comunicato di denuncia.