Si è spento a Milano venerdì 27 luglio, all’età di quasi 90 anni, il comandante partigiano Giovanni Pesce, ex garibaldino in Spagna, Medaglia d’Oro al Valor Militare. Pesce era stato ricoverato qualche gionro fa al Policlinico dopo una brutta caduta in casa.
A 13 anni era già al lavoro in una miniera della Grand’Combe, la zona mineraria delle Cevennes in cui vivevano i suoi. Aderì ragazzino al Partito comunista e divenne anche segretario della Sezione giovanile. Fu uno dei discorsi a Parigi di Dolores Ibarruri, la “Pasionaria”, a convincerlo della necessità di arruolarsi nelle Brigate Internazionali, che nella Guerra civile spagnola sostenevano il regime democratico contro i fascisti di Franco. Fu tra i più giovani combattenti italiani inquadrati nella Brigata Garibaldi. Ferito tre volte, sul fronte di Saragozza, nella battaglia di Brunete e al passaggio dell’Ebro, porta ancora nel corpo le schegge della ferita più grave.
Nel settembre del 1943 è stato tra gli organizzatori dei G.A.P. a Torino; dal maggio del 1944 ha assunto a Milano, sino alla Liberazione il comando del 3° G.A.P, ed è stato protagonista di innumerevoli, audacissime azioni partigiane.
Nel dopoguerra è stato instancabile protagonista della vita politica e culturale, battendosi sempre, fino all’ultimo giorno, per la causa della libertà e della democrazia.
Alla moglie, la cara Nori Brambilla, partigiana ed ex deportata nel campo di Bolzano, le condoglianze e l’abbraccio di tutta l’ANED.