Il Presidente dell’Aned di Roma Aldo Pavia ha inviato una lettera aperta al Presidente del Consiglio Prodi, ai Ministri, ai Presidenti di Camera e Senato, ai Presidenti e ai Segretari di partiti per sollecitare il ripristino della pensione minima, revocata dall’INPS a coloro che godono del modesto assegno di benemerenza a riconoscimento delle sofferenze patite sotto il nazifascismo.
L’INPS, che pretende la restituzione di quanto “indebitamente percepito” anche da persone che vivono in condizioni di vera indigenza, non ha valutato che l’assegno di benemerenza ha natura risarcitoria e non assistenziale o previdenziale. Tanto è vero che esso non è mai stato computato ai fini della dichiarazione dei redditi, e non è considerato reddito per quanto riguarda le prestazioni assistenziali e/o previdenziali.
L’Aned, rendendo pubblico il suo appello, chiede con forza che si receda da una grave e iniqua decisione, lesiva dei diritti e della dignità di chi ha già dovuto subire affronti, ingiustizie e violenze.
Da Il sole 24 ore, 16 dicembre 2006:
Una nota dell’Istituto nazionale di previdenza spiega che l’I.N.P.S “si è trovato costretto a revocare alcune pensioni sociali ai beneficiari di assegni di benemerenza, ai perseguitati razziali e agli internati nei Campi di sterminio poiché, secondo le norme vigenti, questo trattamento è assimilato alle pensioni di guerra e concorre quindi alla formazione del reddito”.