Il momento di maggior impatto della giornata del Presidente Obama in Germania è stata la visita al lager nazista di Buchenwald, il più grande campo di concentramento sul suolo tedesco, dove morirono 56mila prigionieri, di cui circa undicimila ebrei, e altre decine di migliaia prigionieri di guerra sovietici e prigionieri politici.
Oltre che dalla cancelliera Angela Merkel e dal premio Nobel per la pace Elie Wiesel, sopravvissuto all’Olocausto, Obama è stato accompagnato nella visita del campo di concentramento anche da Bertrand Hertz, un altro sopravvissuto ora presidente del Comitato internazionale degli ex internati di Buchenwald-Dora. I quattro hanno deposto una rosa bianca sul monumento che ricorda “tutte le vittime” del campo di sterminio. Obama ha chinato lievemente la testa, in raccoglimento, prima di allontanarsi dal memoriale.
Obama ha proseguito la visita del campo ascoltando le spiegazioni del Nobel Wiesel, il cui padre è morto a Buchenwald tre mesi prima della liberazione del campo nel 1945. Il presidente Usa ha una connessione familiare col campo: il pro-zio materno Charlie Payne, in Europa con le truppe americane, fu tra i liberatori di un campo satellite di Buchenwald. Tornò sconvolto dalla esperienza. L’uomo, che ha 84 anni, vive a Chicago.
(da www.repubblica.it, 5 giugno 2009)