E’ morto nella notte tra il 5 e il 6 novembre 2010 Michael Seifert, il terribile “Mischa” che terrorizzò i prigionieri del lager di Bolzano.
Il decesso è avvenuto nell’ospedale di Caserta dove Seifert era ricoverato in seguito a una caduta avvenuta qualche giorno prima nel carcere militare italiano di Santa Maria Capua Vetere, dove il criminale di guerra stava scontando l’ergastolo inflittogli dalla giustizia italiana al termine di un processo che lo riconobbe colpevole di numerosi orrendi delitti compiuti nel campo di Bolzano.
Nato nel 1926 anni fa a Landau, in Ucraina, Seifert si era rifugiato nel 1951 in Canada, a Vancouver, dove aveva lavorato come operaio, tenendo una condotta irreprensibile.
Il suo nome era tra quelli inseriti nelle pratiche insabbiate nel cosiddetto “armadio della vergogna”. Rintracciato in Canada, fu condannato all’ergastolo dal tribunale militare di Verona nel 2000, al termine di un processo nel corso del quale una ventina di ex deportati lo avevano riconosciuto e ne avevano descritto il sadismo e le inenarrabili violenze.
Nel 2008 l’Alta Corte canadese aveva concesso la sua >estradizione in Italia, superando tutte le manovre dilatorie tentate da Saifert.
Nelle settimane scorse il suo avvocato, Paolo Giachini, aveva chiesto la sospensione della pena, per consentirgli di riunirsi alla sua famiglia – la moglie e un figlio – in Canada. Ma il Canada gli aveva nel frattempo revocato la cittadinanza.
Interpellata in proposito, l’ANED aveva fatto sapere di non opporsi a in linea di principio alla concessione degli arresti domiciliari per il vecchio criminale, ormai 84enne, ma di essere fieramente contraria a qualsiasi concessione che suonasse come un annullamento della pena inflittagli dal tribunale militare.