È giunta alle scuole di tutta Italia in questi giorni una comunicazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca che presenta un corso di aggiornamento su “Storia e didattica della Shoah” organizzato dalla "Rete Universitaria per il Giorno della Memoria". In effetti in questi giorni si terranno alcuni di questi seminari. Abbiamo notizia, in particolare, di quelli del 18 e 19 ottobre prossimi a Milano e ad Alessandria-Vercelli.
Il seminario milanese è organizzato dall’Università degli Studi di Milano in collaborazione con l’Ambasciata d’Israele in Italia, l’Ufficio Scolastico per la Lombardia, il CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), il Memoriale della Shoah “Binario 21”, lo SPI-CGIL Lombardia e si avvale del patrocinio dell’INSMLI (Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia).
L’appuntamento piemontese è organizzato dall’Università del Piemonte Orientale, con la Direzione scolastica regionale del Piemonte, e con l’Istituto di Storia della Resistenza di Alessandria (nel caso del seminario piemontese), dello SPI-CGIL Lombardia.
La relazione che presenta il programma dei seminari è identica, in tutti i casi, riprendendo la circolare del Ministero. In essa si legge, tra l’altro: “In Italia la commemorazione della Shoah – ossia dello sterminio sistematico degli Ebrei d’Europa organizzato dal regime nazista nel corso della seconda guerra mondiale – rappresenta ormai un valore acquisito. Dall’anno 2000 tale valore è divulgato e protetto anche da una legge, la n. 211 del 2000, che fra l’altro (sic) istituisce il 27 gennaio Giorno della Memoria, in ricordo della Shoah e, insieme, di ogni persona caduta o discriminata per motivi etnici, sessuali o religiosi (il corsivo è nostro). Ben oltre l’obbligo di ricordare il passato, il senso profondo del Giorno della Memoria coincide con valori fondamentali di pacificazione civile, come la responsabilità individuale, la libertà democratica e la lotta al razzismo.”
Si deduce da questa presentazione che per i dotti studiosi impegnati in questi progetti le vittime dei campi di Hitler furono, con gli ebrei, i perseguitati per motivi etnici (rom e sinti, presumibilmente), gli omosessuali (perseguitati per motivi sessuali) e i Testimoni di Geova (i motivi religiosi). Punto. Altri non ve ne furono, e comunque non sono meritevoli di memoria.
Se queste sono le premesse, i seminari in questione partono col piede sbagliato. Come è infatti noto, la grande maggioranza delle vittime italiane dei Lager delle SS fu perseguitata e deportata per motivi politici: erano partigiani, oppositori del fascismo appartenenti alle più diverse scuole di pensiero, uomini e donne “colpevoli” di avere aiutato i partigiani, gli ebrei, i militari alleati. Per non parlare dell’internamento di centinaia di migliaia di militari italiani, di cui pure la legge in questione comanda di fare memoria.
Dimenticare – o peggio: occultare – questa semplice, inoppugnabile verità vuol dire fare opera di disinformazione. Una storia dimezzata non è più una storia, è una ricostruzione di fantasia. Qualsiasi approfondimento su questo o quell’aspetto particolare delle persecuzioni nazifasciste in Italia – di per sé quanto mai auspicabile – non può prescindere dalla consapevolezza del contesto, del quadro generale in cui quell’approfondimento va collocato.
Rimaniamo stupefatti nel constatare che una simile “dimenticanza” rechi oggi anche la firma di tante autorevoli organizzazioni, di cui conosciamo e apprezziamo da sempre la serietà e l’impegno. E siamo certi esse richiederanno che il grave errore di impostazione indotto ddalla circolare del UIUR sia corretto nel corso dello svolgimento concreto dei seminari.
ANED – Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti