Michael “Mischa” Seifert è in una prigione militare italiana. Dopo che l’Alta Corte del Canada aveva respinto l’ultimo appello contro l’estradizione, funzionari dell’Interpol sono volati a Vancouver per prenderlo in consegna e lo hanno accompagnato con un volo di stato in Italia. Prima della partenza Seifert, che ha 84 anni, è stato sottoposto a una visita medica alla presenza di un medico italiano. Giunto all’aeroporto militare di Ciampino, a Roma, all’alba di sabato 16 febbraio, Seifert è stato quindi trasferito nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere.
L’ex SS, tristemente famoso tra i prigionieri del campo per le violenze commesse sui prigionieri insieme al collega Otto Sain, viveva dal 1951 a Vancouver, in Canada.

“L’azione giudiziaria dell’ANED – ha commentato Gianfranco Maris, presidente dell’ANED e avvocato di parte civile al processo – davanti al Tribunale militare, alla Corte d’Appello Militare di Verona e infine alla Corte di Cassazione, ha raggiunto finalmente una meta di sostanziale giustizia. La nostra azione è stata posta in essere non per odio ma per amore di giustizia, e per la difesa della memoria storica della lotta partigiana in Italia e della deportazione di tanti patrioti ed ebrei, vittime dei Lager nazisti”.
“Questo annuncio – ha commentato Lionello Bertoldi, presidente dell’ANPI di Bolzano – rende finalmente il giusto alle donne e agli uomini che nel Lager hanno patito e sono morti per mano di Mischa. La città di Bolzano vede riparate nel solo modo umanamente possibile la ferita e l’offesa che il  Durchgangslager Gries ha provocato all’intera città”.