Accademia di Brera – via Brera 28 Milano
8 maggio 2008, ore 11, Aula 10

Sandro Scarrocchia (Accademia di Brera) e Elisabetta Ruffini (Isrec)
presenteranno  il laboratorio di studio e lavoro

Auschwitz- cantiere Blocco 21

Interverranno Avv. Gianfranco Maris (Presidente dell’Aned), Sandro Scarrocchia, Dario Trento, Duilio Tanchis e Barbara Ferriani (Accademia di Brera), Serena Maffioletti (Università di IUAV – Venezia), Alberico Belgiojoso (Politecnico di Milano), Elisabetta Ruffini (Isrec), Giordano Quattri (Ditta Quattri),


Sarà il momento ufficiale di presentazione del progetto di laboratorio all’Aned e la prima occasione di approfondimento e riflessione sul Memorial in onore degli italiani caduti nei campi di sterminio.
Con il memoriale allestito ad Auschwitz per portare testimonianza della deportazione italiana, di tutta la deportazione nello specifico e complesso intrecciarsi di tutte le diverse storie di deportazione, l’Aned ci consegnò un prezioso esempio di testimonianza nell’arte e attraverso l’arte, la cui originalità e specificità vanno colte in una prospettiva tanto storica che artistica. Il memoriale è opera di testimonianza e d’arte insieme: opera in cui la testimonianza passa attraverso il lavoro artistico e l’arte si fa carico dell’impegno di testimoniare. In quanto tale, è monumento che appartiene alla storia del Novecento e alla storia dell’arte contemporanea italiana.
Oggi dopo quasi trent’anni dall’inaugurazione del Memorial  (13 aprile 1980), lo studio della sua storia, del suo significato storico e artistico sono le premesse essenziali per un intervento di conservazione e restauro che intende essere innanzitutto un modo per farsi eredi consapevoli della voce che si leva da questa speciale e originale opera di testimonianza, unica nel suo genere e a sua volta prezioso documento di testimonianza diretta, intangibile e insostituibile.
È questa quindi la prima tappa di un lavoro che si prefigge di costruire una riflessione in grado di mettere in evidenza l’originalità e la specificità del memoriale tanto nella costruzione della memoria collettiva della deportazione che nella storia dell’arte del Novecento. Qui comincia un percorso di studio che si prefigge di costituire un dossier sul memoriale che ne metta in luce la sua valenza di opera in cui attraverso l’arte si è testimoniato del e per il Novecento e quindi la sua necessaria conservazione e valorizzazione in quanto monumento e documento che appartiene all’eredità culturale dell’umanità. 

Invito