La Gazzetta Ufficiale italiana con i provvedimenti antisemiti del novembre 1938. Milano, collezione privata

Settanta anni fa, tra l’estate e l’autunno, la propaganda razzista antisemita del fascismo subì una brusca accelerazione, trasformandosi in gravissimi provvedimenti discriminatori nei confronti degli ebrei.
Si trattò di una legislazione – come ha scritto lo storico Michele Sarfatti – che “si rivelò utile, funzionale, in parte necessaria, allo sterminio successivamente deciso”.
A settant’anni da quei provvedimenti, ancora esponenti di rilievo delle forze oggi al governo dell’Italia sembrano non avere imparato la lezione, come ha dimostrato anche di recente la vergognosa dichiarazione del parlamentare europeo leghista Mario Borghezio, il quale ancora ad agosto, commentando le Olimpiadi di Pechino, giunse a dire: “Le prime medaglie d’oro olimpiche assegnate ad atleti del Nord hanno certamente motivazioni di vario tipo. Nessuno, però, sembra avere il coraggio di dire la cosa più ovvia ed evidente e cioè che esse dimostrano la superiorità etnica dei padani, anche in questo campo”.