Si lavora freneticamente all’interno del padiglione EX3 di Gavinana, a Firenze, per approntare tutti i dettagli in vista della presentazione ufficiale dell’8 maggio 2019. Quel giorno, alle 10 di mattina, il “Memorial dedicato agli italiani caduti nei campi di sterminio nazisti”, allestito nel 1980 ad Auschwitz, sarà presentato ufficialmente in Italia e aperto alle visite del pubblico. Si chiuderà allora una lunga e dolorosa vicenda, che ha visto un’opera progettata da un gruppo all’interno del quale spiccavano le personalità di Lodovico Belgiojoso, Primo Levi, Nelo Risi, Pupino Samonà e Luigi Nono sfrattata dalla direzione del Museo del campo, che è giunta nel 2014 addirittura a minacciarne la distruzione.

In un contesto del tutto nuovo e imprevisto, lontano oltre mille chilometri dal luogo per il quale era stato progettato, il Memoriale inizierà una nuova fase, di nuovo accessibile alla visita e all’esame di un vasto pubblico. Sarà anche l’occasione per riaprire un approfondimento degli studi sul valore di quest’opera collettiva nel contesto della cultura italiana del Novecento e del suo valore di testimonianza di un gruppo di superstiti delle deportazioni naziste.

Contemporaneamente sarà presentata dall’ANED una grande mostra che occuperà l’intero piano terreno dello stesso edificio che ospiterà il Memoriale. La mostra “Un filo ininterrotto. La memoria della deportazione e il Memoriale di Auschwitz” è stata interamente prodotta dall’ANED ed è stata realizzata per i contenuti da Elisa Guida e Bruno Maida e per l’allestimento da Alberico Belgiojoso. L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio dell’UCEI e delle Università della Tuscia e di Torino. La sezione dedicata alla deportazione toscana è stata curata Camilla Brunelli ed Enrico Iozzelli, del Museo della Deportazione e della Resistenza di Prato.

Ai visitatori sarà distribuito un pieghevole, realizzato anch’esso interamente dall’ANED, che riproduce alcuni dei testi presentati per la prima volta nel 1980, all’epoca della inaugurazione dell’opera nel Block 21 di Auschwitz. Tra questi il celebre testo “Al visitatore” scritto espressamente da Primo Levi per chi fosse andato a vedere la grande spirale del Memoriale.

Cronistoria di un attacco alla migliore cultura italiana