Ho visto Il figlio di Saul. E non mi è piaciuto.
Del film salvo la coerenza e la bravura nel mantenere la camera sempre sul protagonista, lasciando sfocato l'ambiente circostante.
Per il resto…
La declamata mobilità del volto del protagonista non l'ho colta: mi pare che dal primo fotogramma fino al penultimo abbia sempre la stessa espressione.
La storia mi è parsa inconsistente, e talvolta irritante.
Quello che mi ha dato più fastidio sono stati i dettagli. Al protagonista sono stati lasciati i riccioli in testa. Quando ordinano di togliersi il berretto, lui lo fa con delicatezza, quasi entrasse in chiesa, e non con quello scatto che in tutti i Lager nazisti costituiva il primo estenuante esercizio per i nuovi arrivati.
Nella camera a gas spingono nudi donne e uomini insieme. I membri del Sonderkommando hanno un letto singolo per ciascuno, con tanto di telo a tutela della privacy. Hanno sempre una brocca a disposizione. Quando hanno fame, in una pausa, si servono un bel piatto di fagioli. Il Kapo non agita il "gummi" ma un tarello di legno. Il protagonista si presenta all'appello con una giacca senza triangolo e matricola e l'SS non ha niente da ridire.
Uno che vuol fare un film sul Sonderkommando di Auschwitz non dovrebbe avvertire il dovere di documentarsi un minimo?
Davvero si pensa di portare questo film nelle scuole? A quale scopo?

(Dario Venegoni)