Il furto a Dachau

 
 

Dopo la grande scritta sovrastante il cancello di ingresso del campo di Auschwitz, il cancelletto di Dachau. Ad attirare l'attenzione dei ladri, anche questa volta, è la scritta Arbeit Macht Frei, il lavoro rende liberi, che decine di migliaia di deportati da tutta Europa hanno visto all'ingresso nel campo. Il cancelletto è stato scardinato e rimosso nella notte, e ora la sua assenza, per la prima volta dopo 81 anni, segna anche visivamente la ferita inferta una volta di più alla memoria delle vittime dei Lager nazisti, alle decine di migliaia di uomini uccisi in questo luogo e ai pochi anziani superstiti che ancora non si sono stancati di testimoniare e di denunciare l'orrore del nazifascismo.

Aperto solo poche settimane dopo l'avvento di Hitler al potere, nel 1933, Dachau simboleggia la spietata repressione di ogni voce di dissenso realizzata dal nazismo fin dalle origini. Perché non è vero che nessuno in Germania si oppose all'avanzata della dittatura: centinaia di migliaia di tedeschi, uomini e di donne, furono percossi, imprigionati, deportati, torturati e spesso uccisi per avere levato la propria voce contro Hitler. E uno dei principali luoghi in cui questa repressione si materializzò fu proprio il campo di Dachau.

In questo luogo dal 1943 al 1945 furono deportati a migliaia anche gli italiani: è questo anzi il Lager dove gli italiani furono deportati in maggior numero. Erano in larghissima maggioranza persone colpevoli di essersi opposte al fascismo e di avere combattuto l'occupazione nazista del nostro paese.

Anche per questo il furto perpetrato in quanto rimane di questo luogo di sofferenza, di tortura e di morte ferisce e offende i superstiti del campo e i familiari dei deportati.

L'Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti si fa interprete di questo sentimento di sdegno, e chiede alle autorità tedesche di fare l'impossibile per recuperare quanto è stato rubato e di colpire con severità gli autori di questo  sfregio.

L'ANED non puo' non rilevare che questo episodio richiama nuovamente all'attenzione delle autorità il tema della tutela e della salvaguardia di quanto rimane degli ex campi nazisti, alla vigilia delle manifestazioni per il 70* anniversario della liberazione, che inizieranno a gennaio ad Auschwitz, per concludersi a maggio a Mauthausen.

Gli ex Lager nazisti, per quanto rappresentano e per quanto insegnano anche al mondo di oggi, sono patrimonio dell'umanità. Troppi episodi di sfregio dicono che questi luoghi sono troppo poco tutelati e vigilati. E' ora di fare di più e meglio: lo si deve alla memoria delle vittime, per consegnare questi luoghi anche alle future generazioni.

 

ANED – Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti