Il terremoto che ha colpito l’Emilia e la bassa Lombardia non ha risparmiato quanto ancora sopravvive dell’ex campo di concentramento di Fossoli, alla periferia di Carpi. Le scosse hanno lesionato quasi tutte le strutture in muratura dove transitarono nella prima metà del 1944 oltre 5.000 prigionieri politici (tra i quali anche Gianfranco Maris, presidente dell’ANED) e razziali, tra cui Primo Levi.
Dopo il sisma la Fondazione ex Campo di Fossoli, che ora gestisce la struttura, ha dovuto chiudere i cancelli. Ogni attività all’interno è stata sospesa fino a nuovo ordine. Secondo il direttore della Fondazione, Marzia Luppi, sarà difficile una riapertura entro l’estate.
Nel campo ogni anni si svolgono diverse manifestazioni, in una baracca recuperata negli anni scorwsi. In particolare il 12 luglio si ricordano le vittime dell’eccidio dei 67 fucilati al poligono di Cibeno, a poca distanza dal campo.