Foligno 11 ottobre 2008 ore 17
Saletta dell’Aned
Palazzo Deli
Via Gramsci
Avevo diciott’anni nel 1943
di Franca Pucci Pertusi
Da sinistra, Emma Tramontana, Franca Pucci e Olga Lucchi |
E’ stato un incontro informale, ricco di emozioni e partecipato per tutti quello che ci ha visto riuniti intorno a Franca Pucci, una «ragazza » del 1925, che ha ancora oggi la freschezza e la vivacità di una diciottenne. Glielo ha riconosciuto anche il presidente Napoletano, un altro «giovanotto», a cui Franca ha inviato il suo libro di memorie.
Cosa ha suscitato tanta emozione? Intanto i ricordi di Franca, quelli della guerra patita a Bologna e dello sfollamento a Santa Maria del Piano, sulla piana di Cesi di Colfiorito, e anche la sua capacità di farci rivivere quegli anni nella loro complessità, senza steccati ideologici, dando ai fatti il loro giusto peso e importanza, per cercare di contrastare il revisionismo attuale, come dichiara lei stessa a motivazione della sua decisione di scrivere.
Ma ciò che ha emozionato ancor più tutti noi è stato il sentirci raccontare, da questa autrice che è venuta da Milano per noi, di uomini e donne i cui nomi sono nomi conosciuti in città, anche se non ancora studiati a dovere. E questo perché vicino alla casa in cui era sfollata Franca con la sua famiglia, era la casa della famiglia di Italo Fittajoli, l’avvocato che è stato sindaco di Foligno nel dopoguerra , ma che già durante il fascismo costituiva un punto di riferimento per gli antifascisti folignati. Passavano di lì tutti i partigiani, il nipote di Fittajoli Marcello Formica, con cui Franca passeggiava su e giù sulla strada del piano, Persiano Ridolfi, che di Fittajoli divenne il genero, i Morlupo, Balilla e Angelo, presto ucciso a Pieve Torina, e i partigiani della brigata Garibaldi. A Cesi poi vennero uccisi i quattro partigiani, Paolini, Sfasciotti, Presenzini e Conversini, altri due giovani sotto il monte Trella, un fascista fu trovato morto davanti alla chiesa, e poi ci fu la ritirata dei tedeschi e l’arrivo degli alleati.
La presentazione del libro è diventata così partecipazione corale degli intervenuti, ciascuno con le sue conoscenze e con i suoi ricordi. La dottoressa Mina Mantucci in particolare, amica d’infanzia delle sorelle Pucci, ha ricordato Maria Pucci, una delle prime donne in parlamento nel 1948 e Maria Pizzoni ha mostrato le belle foto del fratello Antonio Pizzoni, anche lui partigiano a Cesi e amico dei Fittajoli. A Franca è sembrato di riconoscerlo.
Particolarmente gradita la visita del sindaco Manlio Marini, che non ha tenuto neppure lui un intervento formale e istituzionale, ma ha raccontato del suo essere adolescente durante la guerra, delle sue paure e delle incertezze quando i nazisti bruciarono Casenove e le bombe, pur liberatrici, provocavano tuttavia lutti e distruzioni, o delle armi che transitavano in sacrestia al San Carlo. Come altre volte il sindaco è riuscito a esprimere la complessità dei sentimenti di quegli anni e la sua passione antifascista e democratica che lo ha sempre contraddistinto e l’Aned lo ha ringraziato per il riconoscimento del giorno 3 febbraio come giorno del ricordo ufficiale del rastrellamento che portò oltre venti persone a Mauthausen
La serata è stata anche allietata dalla lettura di passi del libro, scelti e letti dalla brava Emma Tramontana, una ragazza che ha oggi diciotto anni, e che ha trovato di grande sensibilità, come tutti noi, il libro di Franca Pucci.