Aurélie Filippetti, nipote di Tommaso Filippetti, ex deportato politico italiano nei Lager nazisti, è stata nominata ministro della Cultura nel nuovo governo francese del presidente Hollande.
Tommaso Filippetti, originario di Gualdo Tadino (PG), emigrato in Francia e in Lussemburgo per lavorare in miniera, antifascista, attivo nelle organizzazioni dell’emigrazione antifascista italiana all’estero, fu arrestato dai nazisti insieme ai fratelli Filippo e Mariano sul fondo di una miniera di carbone di Audun le Tiche il 3 febbraio 1944, insieme a tanti altri, italiani e francesi.
Deportati, i tre fratelli Filippetti furono insieme a Natzweiler, Buchenwald e Dora. Tommaso superò la prova della marcia della morte verso Bergen Belsen, ma morì in quel Lager pochi giorni dopo la liberazione.
Di Mariano non si ebbe più notizia dopo il trasferimento a Dora.
Filippo, liberato a Nordhausen (Dora) fu l’unico dei tre fratelli che poté fare ritorno a Audun le Tiche.
Nel dopoguerra Angelo Filippetti, figlio di Tommaso, fu eletto sindaco della cittadina mineraria, battendo al termine di una memorabile campagna elettorale il rappresentante dei padroni della miniera.
Aurélie, nuovo ministro della Cultura francese, è figlia di Angelo. All’epopea della sua famiglia nell’emigrazione politica e nella deportazione ha dedicato il suo primo libro, Gli ultimi giorni della classe operaia, pubblicato da Marco Tropea Editore nel 2004.
Intervistata dal TG2 del 17 maggio che le ha chiesto se il nonno deportato e ucciso nei Lager sarebbe fiero di lei oggi, Aurélie Filippetti ha risposto di essee lei fiera di lui, e di tutti quelli che hanno combattuto e sono morti per la libertà. “E’ un pezzo importante della nostra storia”, ha ricordato.
L’intera vicenda dei Filippetti, del loro amico Vittorio Rutili e degli altri umbri costretti all’emigrazione dalle persecuzioni del fascismo, che pure luntani da casa non rinunciarono a difendere i propri diritti e quelli di tutti i lavoratori, è stata ricostruita da Olga Lucchi, segretaria e fondatrice di ANED Umbria, nel suo libro Li presero ovunque. Storie di deportati umbri, pubblicato da Mimesis nel 2010.
Ad Aurélie Filippetti ha inviato un caloroso messaggio di felicitazioni la sezione di Milano dell’ANED, che da molti anni organizza a novembre un incontro annuale dedicato prioprio ai figli e ai nipoti dei deportati.