Milano – Comitato Permanente Antifascista
Contro il terrorismo
per la difesa dell’ordine repubblicano
Accertare le responsabilità delle violenze di Genova
Ciò che è accaduto a Genova nei due giorni del G8 ha reso chiari quali sono e quanto siano gravi i pericoli incombenti sulla democrazia, insiti nel nuovo corso della politica aperta dall’esecutivo di destra insediato nel Paese a seguito delle ultime elezioni.
Ma perché la chiarezza diventi diffusa consapevolezza in tutti i settori della società civile è indispensabile che l’opposizione renda chiari i fatti, le responsabilità, quali sono i diritti che erano in gioco e che sono stati calpestati, quali sono gli interessi della collettività e del Paese che sono stati e continuano ad essere ignorati.
I fatti sono stati sotto gli occhi di tutti, sono evidenti ed eloquenti, le responsabilità, invece, debbono essere seriamente accertate, perché non possono essere oggetto soltanto di polemica che si esaurisce in sé stessa.
I diritti che erano in gioco – libertà di manifestazione del pensiero e libertà di associazione, di contestazione degli indirizzi e delle scelte governative di politica economica e sociale nazionale ed internazionale, le fondamentali garanzie della personalità e della persona di ogni donna e di ogni uomo ovunque essi vivano ed in ogni momento – debbono essere ribaditi e difesi e pretesi con estrema intransigenza.
A qualsiasi analisi deve essere premessa una distinzione doverosa.
A Genova una organizzazione violenta, fortemente coesa, ha posto in essere un’attività distruttrice ed aggressiva nei confronti degli uomini e delle cose, senza precedenti nel nostro Paese. E’ contro questa violenza e contro questa aggressività che è stata impegnata la forza pubblica per due giorni, coinvolta anche in attacchi fisici durissimi e sistematici.
Sotto questo profilo ai poliziotti ed ai carabinieri, ai quali non può essere addebitata responsabilità organizzativa, va dato il dovuto riconoscimento.
Il Genova Social Forum ha guidato una manifestazione pacifica di grande rilevanza politica e morale, anche se non è giunto all’incontro di Genova con misure organizzative adeguate a rendere evidenti e sicure le distinzioni dai gruppi violenti, che pure aveva chiaramente sottolineato.
Al di là della tragica uccisione del giovane Carlo Giuliani, che da sola rappresenta le più profonde ragioni di condanna della organizzazione e della gestione della Forza Pubblica in Genova, ciò che è acceduto nel corso della perquisizione notturna da parte della Polizia di Stato nella scuola che ospitava i manifestanti del Genova Social Forum e nell’Istituto Pertini, deve essere denunciato come espressione di intollerabile illegalità, che non trova nessuna giustificazione nelle leggi, nei regolamenti e nella Costituzione della Repubblica italiana, neppure là dove la Polizia si muove per accertare reati o per catturare responsabili di gravi delitti che comportino l’obbligo di cattura.
È fuori dalla legge, senza nessuna possibile giustificazione, la violenza di cui hanno dato spettacolo uomini in divisa, che rappresentano uno Stato democratico.
L’organizzazione della difesa della cosiddetta zona rossa è stata realizzata con il sostanziale abbandono alla devastazione ed alla violenza del resto della città.
La repressione di atti di rilevanza penale, come il lancio di sassi verso la Forza Pubblica, operato da gruppi violenti e provocatori nell’ambito di un corteo pacifico di migliaia e migliaia e migliaia di cittadini, non può mai consentire interventi violenti da parte della Forza Pubblica, che non può e non deve mai operare in modo tale da mettere in grave pericolo l’incolumità dei cittadini al solo fine della repressione della violenza di un pugno di provocatori, con l’ulteriore gravissima conseguenza di impedire ai cittadini l’esercizio di un loro diritto fondamentale costituzionalmente protetto, di manifestare, cioè, liberamente il proprio pensiero.
Grave, in generale, sono state e sono le responsabilità politiche, gravi sono state e sono le responsabilità di organizzazione della tutela dell’ordine pubblico, gravissime, in maniera specifica, sono le responsabilità dell’azione notturna della Polizia di Stato irresponsabilmente disposta ed irresponsabilmente realizzata.
Il G8 è stato una parata verticistica slegata totalmente dai Parlamenti dei singoli Paesi, rappresentati nell’incontro da esecutivi privi di mandato parlamentare, che hanno deviato dalla loro funzione di puro dialogo.
Il presidente del Consiglio dei ministri in televisione ed il ministro degli Interni in Parlamento hanno dichiarato responsabile di tutto quanto è accaduto l’intero movimento di opposizione al processo di globalizzazione. Ciò costituisce una irresponsabile risposta dei rappresentanti dell’esecutivo alla domanda di conoscenza che il Paese ha legittimamente avanzato.
Ciò che è accaduto è gravissimo, l’irresponsabilità della risposta dell’esecutivo alla domanda di conoscenza dei fatti è ancora più grave, i pericoli per la democrazia non possono che essere ulteriormente alimentati dal concorso di fatti gravi con una risposta politicamente e morale irresponsabile.
È bene ribadire che la limitazione dell’esercizio delle libertà costituzionali e la violenza di Stato non potrebbero trovare che una risposta unitaria della cittadinanza e delle forze politiche democratiche di intransigente fermezza.
Il Comitato permanente antifascista
contro il terrorismo
per la difesa dell’ordine repubblicano
Milano, 25 luglio 2001