Corleto Monforte è un piccolo centro, sconosciuto ai più, della provincia di Salerno. Si trova sui Monti Alburni, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, e in inverno non vi risiedono più di 800 abitanti.
Giovedi scorso, il 20 dicembre, qualcosa di inconsueto ha, per così dire, “sconvolto” la normale e tranquilla routine quotidiana: il Forum dei Giovani di Corleto ha invitato Piero Terracina per una testimoninza della sua esperienza di deportazione. In una sala gremita si è raccolto un pubblico molto eterogeneo, composto da giovani, ma anche adulti e bambini.
Piero ha saputo trovare le parole giuste per tutti, raccontando la sua storia in modo semplice e essenziale, evitando esplicitamente, come è suo solito, l’esposizione di episodi particolarmente crudi: “Non racconto l’orrore, perché ci sono dei bambini, e anche perché tanto terribile da rischiare di non essere creduto”.
Quello che dice, però basta a raggiungere la mente e il cuore di tutti, e il silenzio assoluto nel quale si svolge il suo intervento si scioglie alla fine nelle tante e spontanee domande che gli vengono rivolte.
Un avvenimento inconsueto, dicevo, per Corleto, che però nasce da lontano.
Francesco Palese, presidente del Forum dei Giovani, che ha fortemente voluto e costruito l’iniziativa, aveva già conosciuto Piero Terracina quando qualche anno fa organizzammo, nell’ambito del Progetto Diamo un futuro alla memoria, un’analoga iniziativa nel suo istituto. Francesco, allora studente, rimase molto colpito dall’uomo e dalla sua storia ma, soprattutto, ne ha fatto memoria, decidendo poi di condividerla con la sua comunità.
Un piccolo segno concreto di “passaggio di testimone”, un buon augurio per l’anno che sta arrivando.

Buon anno a tutti.

Mariella Rocco
Progetto Diamo un futuro alla memoria
mailto:www.progettomemoria@altervista.org
Salerno