“Il lavoro rende liberi”, in tedesco “Arbeit macht frei”. Era la frase scritta all’ingresso dei campi  nazisti dove furono sterminati milioni di uomini, donne e bambini. E’ lo slogan scelto da Tommaso Coletti, presidente della Provincia di Chieti, per i dépliant e le inserzioni pubblicitarie della Provincia che promuovono i Centri per l’impiego. Una decisione che ha scatenato naturalmente molte polemiche.
“Il lavoro rende liberi – scrive Coletti nella pubblicità – Non ricordo dove lessi questa frase ma fu una di quelle citazioni che ti fulminano all’istante perché raccontano un’immensa verità”. Secondo il presidente, senatore della Margherita nella scorsa legislatura, il messaggio non è di cattivo gusto perché “le parole hanno un significato in senso assoluto e non in relazione a chi le adopera”.

Letta questa notizia su La Repubblica, la vicepresidente dell’ANED di Pisa Laura Geloni ha inviato questa lettera al direttore del giornale:

Colpisce il candore del presidente Coletti nell’ammettere di essere stato “fulminato” da una citazione come “Arbeit macht frei” tanto da trovarvici un’immensa verità….
Colpisce altrettanto che di questa verità non abbia ricordi: tanto da non sapere chi siano i suoi “illustri predecessori”.
Viene spontaneo chiedersi se la Provincia da lui amministrata, il 27 gennaio di ogni anno organizzi le iniziative di riflessione su Olocausto, Shoa e Deportazione …. come richiede la Legge.
La sfrontatezza di questo Signore offende la Dignità degli Uomini. Ciò riguarda ognuno di noi, non storicamente … ma ora … in ogni momento …
Non ci si può indignare di fronte alle terribili parole negazioniste del Presidente iraniano e citare Primo Levi a comodo: come se le sue memorie fossero un talismano da tirare fuori a comando e poi restare indifferenti, insensibili di fronte a un tale ardire.
Forse anche le parole: “
Kz, Gaskammer, Krematorium, Juden …” sono sconosciute al Presidente Coletti.
Perciò lo invito a prendere contatto con l’A.N.E.D. (Associazione Nazionale ex Deportati Politici nei Campi nazisti).
Lo stesso invito, Sig. Direttore, lo rivolgo a Lei, così potrà documentarsi sul fatto che la scritta “Arbeit macht frei” non si trovava solo sul cancello del Campo di Sterminio di Auschwitz ma anche negli altri, oltre 1.000, Campi di Sterminio dove hanno perso la vita più di 12 milioni di persone: 6 ilioni di ebrei e 6 milioni tra oppositori politici (triangoli rossi), zingari, testimoni di Jeova, omosessuali, oltre ad altre “categorie” non tollerate dal regime nazifascista – fra cui 40.000 italiani.
Magari la prima domenica del prossimo mese di maggio potreste venire a Mauthausen – non è poi così lontano – per vedere che ogni anno oltre 10.000 persone vi si riuniscono per ricordare la vittoria della Democrazia sul nazifascismo … per rinnovare quell’impegno Morale che fa sì che ci si possa chiamare UOMINI, quell’impegno che è la base della Coscienza e l’unica garanzia per la costruzione di un futuro di rispetto e tolleranza. 10.000 persone che conoscono il significato di certe parole …. che sanno che l’ignoranza non può essere permessa … e tanto meno l’indifferenza.

Laura Geloni, figlia del Triangolo Rosso IT 21569 – KZ Flossenburg-Mauthausen-Dachau