Per il secondo anno di fila, la sezione ANPI “Riboldi-Mattavelli”di Cernusco sul Naviglio (Milano), con il patrocinio dell’Amministrazione comunale e in collaborazione con l’ANED di Milano in occasione del Giorno della Memoria ha promosso l’iniziativa dei “Fazzoletti”, sollecitando i negozianti a esporre nelle vetrine il fazzoletto degli ex-deportati nei campi nazisti insieme a Shemà, la celeberrima poesia di Primo Levi in limine a Se questo è un uomo.
“Quello dell’esposizione dei fazzoletti – spiegano all’ANPI di Cernusco – è un piccolo gesto, ma pieno di significato. Pur sapendo che non muterà la Storia o il corso degli eventi, ci piace l’idea che, durante lo shopping, guardando distrattamente una vetrina, vedendo quel fazzoletto i passanti possano essere indotti a riflettere e a ricordare che in questo nostro Paese non molti anni fa centinaia di migliaia di esseri umani, uomini donne e bambini, furono deportati nei campi nazisti dove molti di loro morirono a causa di un’idea politica, un’appartenenza religiosa o etnica, una scelta sessuale. È un invito a riflettere e a non sottovalutare le manifestazioni di odio razziale che avvengono ripetutamente in rete, nelle curve degli stadi e non solo, sminuendo il fenomeno con la scusa che a perpetrarle sono “poche migliaia di imbecilli”, ai quali non bisogna fare pubblicità. La storia del ’900 – conclude la sezione – ci insegna che le peggiori dittature di quel secolo si affermarono proprio perché non furono fermate in tempo “poche migliaia di imbecilli”.
In occasione del Giorno della Memoria, insieme ad altre associazioni del territorio, l’ANPI di Cernusco ha organizzato il 26 gennaio 2013 un convegno dal titolo “Educare alla memoria. Pratiche educative a confronto”. In una sala gremita, i relatori (tre donne e due uomini, tutti di un’età compresa tra i 26 e i 41 anni) hanno esposto alcuni interessanti progetti di trasmissione della memoria.
E’ stato un pomeriggio intenso, partecipato, in cui sono emersi tanti spunti di riflessione, in cui si sono vissute tante emozioni. Bellissimo e ricco di speranza il messaggio che hanno voluto dare i giovani che hanno toccato con mano gli orrori di Mauthausen: “I testimoni adesso siamo noi”.