Il Comitato Nazionale della Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e l’Associazione Nazionale Ex Deportati politici nei campi nazisti esprimono la più ferma protesta contro le dichiarazioni su Mussolini e il fascismo rilasciate dal presidente del Consiglio a giornalisti inglesi. Con queste prese di posizione – inconcepibili da parte del capo di governo di un Paese democratico la cui libertà è per larga parte frutto del martirologio antifascista e resistenziale – si reca una profonda ferita a quella Costituzione cui fa costantemente riferimento nella sua opera benemerita il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e si falsifica completamente la storia.
Il fascismo non soltanto si macchiò di una serie di delitti perpetrati con l’assassinio degli oppositori politici, da Matteotti ad Amendola, da don Minzoni a Gobetti, da Gramsci ai fratelli Rosselli – per citare i più noti – ma sottopose l’Italia a un regime di vero e proprio terrore. Il tribunale speciale per la difesa dello Stato, braccio politico-giudiziario del regime, tra il 1927 e il 1943, nelle 720 udienze della sua attività emise 5.319 sentenze, delle quali 105 di condanna nei confronti di donne, 29 condanne a morte, distribuì 23.661 anni di carcere. 15.000 italiani furono condannati al domicilio coatto, 8.000 internati, 160.000 vigilati speciali.
Se a questo si aggiungono l’aberrazione delle leggi razziali, la complicità con il nazismo nello sterminio degli ebrei, di altre minoranze e degli oppositori, e in una perversa alleanza militare che portò l’Italia al disastro, le stragi del periodo di Salò, le repressioni antipartigiane, si ha il quadro di una dittatura sanguinaria e spietata. Il fatto che la storia ne abbia potute registrare di peggiori nulla toglie all’odiosità della tirannide fascista che tanto è costata al popolo italiano e ai popoli europei.
L’ANPI e l’ANED, nel ribadire la fedeltà dei partigiani alla Repubblica, alla sua Costituzione e agli ideali di libertà e di progresso civile che essa esprime, respingono con sdegno affermazioni che possono derivare soltanto da una abissale ignoranza o da un’altrettanto enorme malafede.
Roma, 12 settembre 2003