Apre finalmente al pubblico l’Archivio sui crimini del Terzo Reich di Bad Arolsen, in Germania. E’ stata siglata il 28 novembre a Berlino la ratifica che mancava: tutte le 11 nazioni (Stati Uniti, Gran Bretagna, Belgio, Israele, Italia, Germania, Francia, Olanda, Polonia, Grecia e Lussemburgo) tecnicamente proprietarie dell’archivio hanno dato il proprio assenso all’apertura.

Venticinque chilometri di schedari, 50 milioni di documenti relativi a circa 17,5 milioni di persone – finora gestiti dall’International Tracing Service, organismo della Croce Rossa Internazionale – sono finalmente accessibili agli storici. Tutto materiale che gli Alleati hanno recuperato in settemila tra lager, campi di lavoro, posti di polizia, industrie di guerra e che per decenni è stato oggetto di una vivace polemica internazionale. Bad Arolsen è infatti un archivio nominativo, e proprio a causa della “sensibilità” delle informazioni vari paesi, e fra essi la Germania e l’Italia, si sono a lungo opposti all’apertura in nome del diritto alla privacy. Finora gli atti erano consultabili – previa richiesta alla Crece Rossa Internazionale – solo da coloro che cercavano informazioni su congiunti o dalle organizzazioni dei superstiti.
“Mi rallegro che l’Archivio dell’International Tracing Service sia ora disponibile per la ricerca – ha commentato il segretario di Stato tedesco per gli Affari europei, Günter Gloser -. Vorrei invitare tutti gli scienziati a usare questo materiale, e a contribuire così all’elaborazione di questa oscura pagina della storia della Germania”.