INCONTRO PROPOSTO DALL’AMBASCIATORE TEDESCO MICHAEL STEINER PER IL MAGGIO PROSSIMO NELLA VILLA ALMONE IN ROMA TRA “EX INTERNATI MILITARI, PARTIGIANI E DEPORTATI POLITICI COME FORMA DI RICONOSCIMENTO PER QUANTO HANNO SUBITO DURANTE LA GUERRRA E L’OCCUPAZIONE NAZISTA”

Una presa di posizione del Presidente dell’ANED Gianfranco Maris

Da molte parti mi è pervenuta la richiesta di fare aderire l’ANED Associazione Nazionale Ex Deportati Politici nei Campi Nazisti a una iniziativa, che sembra sia sorta in Roma a seguito di rapporti che sono intervenuti tra le Associazioni che hanno sede a Roma presso la “Casa della Memoria e della Storia” e l’Ambasciatore della Repubblica Federale Tedesca in Roma Signor Michael Steiner.

Da un invito scritto risulta che: “L’Ambasciatore MICHAEL STEINER desidera fare, nel maggio prossimo, un incontro con ex internati militari, partigiani e deportati politici (o con i familiari dei deceduti) come forma di riconoscimento per quanto hanno subito durante la guerra e l’occupazione nazista. Si tratta di un gesto simbolico importante rivolto a quelle forme di deportazione poco ricordate nella memoria pubblica. L’intenzione è quella di organizzare una cerimonia presso la sua residenza romana (Villa Almone) alla presenza di alcune centinaia di persone, provenienti da varie parti d’Italia. Sono state già contattate le Associazioni residenti presso la “Casa della Memoria e della Storia” come interlocutore per avviare la progettazione con tutte le altre Associazioni di deportati e partigiani.”

Per una corretta valutazione dell’iniziativa dell’Ambasciatore tedesco Michael Steiner – sicuramente funzionario politico tenuto a realizzare in Italia gli interessi politici della Repubblica Federale Tedesca – è bene, innanzitutto, contestualizzare l’iniziativa dell’Ambasciatore Michael Steiner con altre iniziative, poste in essere sempre dalle autorità politiche della Repubblica Federale Tedesca.

Bisogna ricordare:

1- che tra l’Italia e la Repubblica Federale Tedesca è in corso da sempre, con particolare recrudescenza negli ultimi anni, un contenzioso per quanto concerne indennizzi per lo sfruttamento del lavoro schiavo italiano da parte del Reich, realizzato con la deportazione o l’internamento di cittadini italiani per ragioni politiche e di dissenso, di cittadini italiani rastrellati, di militari italiani internati dopo l’8 settembre e illegittimamente utilizzati dal Reich nazista come schiavi nelle fabbricazioni di guerra, senza rispetto alcuno per le disposizioni internazionali che hanno sempre vietato l’utilizzo dei prigionieri di guerra per l’attività industriale di guerra da parte dello Stato che custodisce tali prigionieri.
Gli internati militari sono stati completamente esclusi dall’ultimo indennizzo che la Germania ha erogato a favore dei deportati e per l’indennizzo dei lavoratori schiavi.

Personalmente il Presidente dell’ANED, Gianfranco Maris, quando si profilò la possibilità di un indennizzo per gli schiavi di Hitler, fece visita ai Presidenti della Camera e del Senato italiani ed al Ministro degli Esteri per mettere sull’avviso del pericolo che incombeva sugli internati militari, di rimanere, cioè, senza alcun indennizzo.

Numerosissime furono le riunioni che il Presidente dell’ANED ottenne per discutere della cosa presso il Ministero degli Esteri, ma l’unico risultato fu quello di ottenere la nomina di una Commissione di storici da pare della Repubblica Federale Tedesca, i quali conclusero che agli internati militari nulla competeva.

A tale ingiustizia il Governo italiano rispose soltanto con un articolo, uno tra le migliaia, di una delle leggi finanziarie di tre o quattro anni fa, concedendo agli internati militari una medaglietta d’oro per riconoscerne i sacrifici.

Niente di più.

2 – che gli internati militari hanno promosso diverse azioni giudiziarie in Italia, davanti alle autorità giudiziarie italiane, per ottenere il riconoscimento del loro diritto ad un risarcimento danni da parte della Repubblica Federale Tedesca per lo sfruttamento dal parte del Reich del lavoro forzato di guerra imposto agli internati militari contro ogni divieto delle leggi internazionali di guerra.
La Corte di Cassazione ha riconosciuto che gli internati militati italiani hanno diritto ad agire giudizialmente anche in Italia davanti alle autorità giudiziarie italiane per richiedere ed ottenere dalla Repubblica Federale Tedesca i risarcimenti dovuti.

Sulla base di una sentenza della Cassazione alcuni internati militari italiani hanno ottenuto il sequestro di una villa di proprietà della Repubblica Federale Tedesca situata sul lago di Como (Villa Vigoni nel comune di Menaggio).
 

Di fronte a questa situazione immediatamente è stato posto in essere dal Governo Italiano e dal Governo della Repubblica Federale Tedesca un vertice in Trieste, che è stato tenuto il 18 dicembre 2008.
In tale vertice i Governi di Germania e di Italia “hanno convenuto di istituire una Commissione di storici italiani e tedeschi con il mandato di un approfondimento comune sul passato di guerra italo-tedesco in particolare agli internati militari, come contributo di una costruzione di una comune cultura della memoria”.

Il Professor Dottor Gregor Vogt-Spira, che dirige il Centro Italo Tedesco di Villa Vigoni in Menaggio, proprietà della Repubblica Federale Tedesca, ha fissato per il 28 marzo 2009 in Menaggio una riunione ed una Conferenza di presentazione della commissione mista di storici italo tedesca, con il fine, appunto, di realizzare un “approfondimento comune sul passato di guerra italo-tedesco in particolare sugli internati militari italiani”.

La Commissione presentata il 28 marzo 2009 in Menaggio avrà tre anni per scrivere un rapporto e ne fanno parte alcuni storici e ricercatori italiani ed alcuni storici e ricercatori tedeschi.

Non insisto sulle finalità e sui risultati che saranno raggiunti da questa Commissione, perché credo che siano più che evidenti quali sono le intenzioni che intendono raggiungere i Governi in Germania e in Italia.

Sul Corriere della Sera di giovedì 26 marzo 2009 a pagina 13 è comparso questo articolo:
“Roma-Berlino al lavoro dieci studiosi dei due Paesi”

Nell’articolo è messo bene in evidenza che la Germania è intenzionata a non pagare risarcimenti ai militari italiani che furono internati nel Terzo Reich ma – e ciò è molto interessante – nell’articolo del Corriere sono riportate due considerazioni pubbliche fatte dall’Ambasciatore in Roma della Repubblica Federale Tedesca, strettamente collegate con le intenzioni della Germania di non pagare risarcimenti di sorta agli internati italiani.

L’Ambasciatore Michael Steiner ha dichiarato testualmente quanto segue:

“Non c’è dubbio che nella Seconda Guerra Mondiale siano stati commessi crimini di guerra, ma deve esserci un limite temporale per la loro perseguibilità.

“La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza secondo la quale in caso di violazione dei diritti umani uno Stato non dovrebbe ottenere immunità di Stato… La riteniamo una violazione delle garanzie degli Stati. Gli etiopi potrebbero rivendicare indennizzi dall’Italia”

Per concludere

è evidente che l’iniziativa portata avanti nella Villa Vigoni di Menaggio è cosa diversa dall’iniziativa di realizzare in Roma in Villa Almone un incontro tra ex internanti militari, partigiani e deportati politici, ma è altrettanto evidente che le due iniziative sono promosse da due funzionari politici della Repubblica Federale Tedesca e che entrambi, come risulta dalle parole pronunciate dall’Ambasciatore Michael Steiner, sono portatori dei medesimi interessi della Repubblica Federale Tedesca, che sono quelli di negare agli internati militari qualsiasi diritto a qualsiasi indennizzo.

L’Ambasciatore Michael Steiner desidera fare un incontro con ex internati militari, partigiani e deportati politici o con i familiari dei deceduti come forma di riconoscimento per quanto hanno subito durante la guerra?  

E’ singolare che questa forma di riconoscimento venga affidata a un Ambasciatore che nega agli internati militari il diritto a chiedere risarcimenti di danni al Reich.

E’ singolare che si chiamino a questo incontro i partigiani e i deportati politici i quali, invece, ritengono che gli internati militari abbiano pieno diritto ad essere risarciti per il lavoro schiavo al quale sono stati costretti durante il loro internamento in Germania.

Per questi motivi l’ANED non aderisce all’incontro proposto dall’Ambasciatore della Repubblica Federale Tedesco Michael Steiner, e nessuno vi parteciperà in rappresentanza dell’ANED (ferma, ovviamente, la libertà di ciascuno di comportarsi personalmente secondo la propria coscienza, a titolo strettamente personale).