Prende corpo finalmente la protesta contro l’inqualificabile decisione del Comune di Affile che con i soldi della Regione Lazio ha innalzato nientemeno che un sacrario dedicato a Rodolfo Graziani, quello stesso che Angelo Del Boca, massimo studioso di quel periodo, deifinì “il più sanguinario assassino del colonialismo italiano”.
Sul sacrario campeggiano le scritte “Patria” e “Onore”, care al regime, quasi che l’attività criminale di Graziani in Africa possa aver in qualche misura portato onore alla Patria. Qualcuno ha rapidamente coperto la piccola costruzione di scritte inneggianti alla libertà, contro il fascismo e contro il “macellaio” responsabile della deportazione di decine di migliaia di persone in Cirenaica.
Alle proteste delle associazioni della Resistenza si associano ora anche i grandi organi di stampa nazionali (vedi il bell’articolo di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera del 30 settembre 2012).
Del caso si occupano da tempo gli organi di informazione internazionali, preoccupati che nel nosro paese sia ancora possibile celebrare le gesta di responsabili di simili crimini del fascismo.