Regia: Stephen Daldry
Interpreti: Ralph Fiennes, Kate Wuinslet, Bruno Ganz, Lena Olin
Sceneggiatura: David Hare
Produzione: Usa-Germania, 2008 (123 minuti)

All’epoca dell’uscita americana, era il 2008, c’è chi avrebbe voluto escludere Kate Winslet dalla corsa all’Oscar perché nel film di Stephen Daldry “The Reader”, dal romanzo di Bernhard Schlink, l’attrice incarna un’ex aguzzina nazista troppo sensuale e misteriosa. Certo, la vicenda è melodrammatica, a forti tinte, insinuante, e siccome c’è di mezzo la Shoah, tragedia irripetibile, scattò il sospetto.

Tre i piani temporali, a modulare l’intreccio, romantico e metaforico insieme. A meta dei  Cinquanta, l’adolescente Michael finisce a letto con la trentenne Hanna, che in cambio del sesso teneramente dispensato si fa leggere brani di romanzi. Più tardi, lui scoprirà di aver amato una kapò, forse responsabile della morte di 300 ebree e per questo incarcerata dopo un clamoroso processo. Ormai adulto, con la faccia intristita di Ralph Fiennes, Michael fa i conti con quella ferita affidandosi alle cure di una psicoanalista ebrea, proprio mentre Hanna sta per tornare libera.

Il passato come dannazione e colpa, due generazioni di tedeschi a confronto, il destino che ingarbuglia le cose. Vero, “The Reader” bordeggia un’ambiguità che può infastidire, anche per l’eleganza della messa in scena e il tambureggiare delle musiche a effetto. Ma in realtà nessuno assolve nessuno, il macigno resta, il dramma si dispiega, le domande più scabrose incalzano. La Winslet, molto truccata per rendere il trascorrere del tempo, è brava e coraggiosa. Non era facile. Infatti il suo personaggio non si redime: può solo spiegare.

Michele Anselmi