Regia: Mark Herman
Interpreti: Asa Butterfield, Zac Mattoon O’Brien, David Thewlis, Vera Farmiga, Rupert Friend, Richard Johnson, Sheila Hancock, Jim Norton
Produzione: BBC Films, Heyday Films, Miramax Films
Sceneggiatura: Mark Herman
Fotografia: Benoît Delhomme
Montaggio: Michael Ellis
Musiche: James Horner
Anno: 2015
Durata: 100′ (colore)
Note: Tratto dal romanzo omonimo dell’irlandese John Boyne, “Il bambino con il pigiama a righe” evoca un’epoca nera e tragica, rivista attraverso la psicologia di un’amicizia infantile e di una prematura scelta di campo, complicate da una realtà storica di discriminazioni e di selezioni razziali.
Naturalmente la tragedia della Shoah, di un inferno voluto dagli uomini per gli uomini, è in buona misura non rappresentabile al cinema, ma l’approccio cinematografico di Mark Herman, regista e sceneggiatore, è curioso per il punto di vista: quello di un bambino di otto anni, figlio di un ufficiale nazista trasferito nei pressi di un lager, la cui innocenza davanti all’orrore trova corrispondenza soltanto in un coetaneo internato in quell’inferno.
Bruno, il ragazzino costretto ad una noiosa e solitaria cattività dentro il giardino della villa, trova una via di fuga per esplorare il territorio. Oltre il bosco e al di là di una barriera di filo spinato elettrificato incontra appunto Shmuel, un bambino ebreo affamato di cibo e di affetto. Sfidando l’autorità materna e l’odio insensato indotto dal padre, Bruno darà ascolto solo al suo cuore e supererà le recinzioni razziali.
Come ha scritto la critica Marzia Gandolfi, «”Il bambino con il pigiama a righe” non è una favola dove ognuno ha un proprio e preciso ruolo, al contrario nel film i due universi, quello del Bene e quello del Male, si lambiscono fino a confondersi e a sconvolgersi». Da questo punto di vista, il regista inglese è abile nell’eludere cliché, sentimentalismi e scene madri, semmai mette in scena le ingiustizie e i rapporti di forza che si definiscono già nell’età più verde.
Michele Anselmi