Regia: Frank R. Pierson
Interpreti: Kenneth Branagh, Stanley Tucci, Colin Firrth, Ben Daniels
Sceneggiatura: Lorin Mandel
Produzione: Usa-Gran Bretagna, 2001 (92 minuti)
Forse è il caso di rivalutare “Conspiracy – Soluzione finale”, film televisivo che Frank Pierson girò nel 2001, potendo contare su un cast abbastanza stellare: Kenneth Branagh, Stanley Tucci, Colin Firth più numerosi altri. Tutti nei panni dei gerarchi nazisti, quasi una ventina, che il 20 gennaio del 1942 si ritrovarono in una lussuosa villa sulle sponde del lago Wannsee, non distante da Berlino, su ordine di Hitler e su mandato di Göring. Per fare cosa? Per mettere a punto la famigerata e diabolica “soluzione finale” degli ebrei. A presiedere la riunione fu incaricato il generale Reinhard Heydrich, mentre l’organizzazione e la gestione dell’incontro segreto furono affidate al colonnello Rudolf Eichmann.
Sulla base di accurati documenti storici, il film ricostruisce nei minimi particolari quanto avvenne nella villa, in un clima quieto e rilassato, tra pranzi e brindisi, musica classica e dissertazioni sull’arte, nel via vai di camerieri che forse capiscono o forse no. Il tono è teatrale, per ovvie ragioni, tutto si svolge dentro le quattro mura, ma lentamente emerge la dimensione tragica di ciò che quei nazisti stanno decidendo di fare.
Il contesto storico è suggerito con cura. La conquista della Polonia portò a oltre 2 milioni il numero degli israeliti presenti nel Reich, destinati a diventare quasi 8 al termine della “campagna di Russia, peraltro già avviata al fallimento. Per Hitler occorreva una soluzione drastica e risolutiva, quella che Heydrich chiama continuamente “evacuazione”.
“Conspiracy” mette a confronto le diverse “tesi” (si fa per dire) in materia. Il militare Heydrich porta il punto di vista delle SS, il dottor Wilhelm Stuckart invece rivela il proprio scetticismo circa quella strategia, mettendosi in contrasto soprattutto con il superficiale Klopfer, mentre il dottor Kritzinger argomenta che gli ebrei vanno comunque trattati da essere umani.
Il divario tra i molti radicali e i pochi moderati diviene ancor più marcato quando si tratta di decidere in che modo attuare “l’evacuazione”: sterminio violento, esecuzioni di massa, sterilizzazione sistematica? Ben presto però la scelta dello sterminio nei lager attraverso il gas e i forni crematori emerge chiaramente; e ai partecipanti, dopo qualche blanda contestazione, non resterà che votare in maniera unanime quanto già deciso da Hitler. Il generale Heydrich morirà poche settimane dopo in Cecoslovacchia, a causa delle complicazioni in seguito a un attentato represso in un bagno di sangue. Ma nulla fermerà l’inizio dello sterminio.
Il contrasto tra l’atmosfera rilassata del convivio e la mostruosità del genocidio fa di questo film, a torto considerato “minore”, una testimonianza lucida di come il regime nazista mise a punto lo sterminio degli ebrei (e non solo di essi). Gli attori anglofoni, in divisa e non, sentono il peso dell’argomento, ogni magari tanto si prendono qualche libertà, ma senza esagerare, attenendosi a una partitura ben scritta, serrata, in puro stile “kammerspiel”.
Michele Anselmi