I presidenti, vice presidenti e segretari generali dei Comitati internazionali dei campi di concentramento nazisti di Buchenwald-Dora, Dachau, Mauthausen, Natzweiler-Struthof e Ravensbrück si sono riuniti alla Casa della Memoria di Milano il 1° luglio 2018 su iniziativa dell’ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi nazisti).
Di fronte alle comprovate minacce contro la Memoria e il futuro stesso dell’Europa e dei suoi cittadini è stato lanciato un appello, sottoscritto in seguito anche dalle associazioni degli ex deportati a Flossenbürg e a Neuengamme, con il quale si chiede alle istituzioni e agli eletti europei a cercare una soluzione al problema dell’accoglienza dei migranti che sia “guidata prima di tutto dal rispetto della dignità umana”.
I rappresentanti delle organizzazioni internazionali che riuniscono le associazioni degli ex deportati e dei loro discendenti dei principali campi nazisti hanno ricordato che proprio 70 anni fa, nel 1948, veniva varata dall’ONU la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, che prendeva le mosse dalla constatazione che “il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità”: centinaia di migliaia di deportati nei campi nazisti sono state vittime di tali barbarie.
“Da oltre 70 anni i sopravvissuti e i loro discendenti sono fedeli agli impegni assunti al momento della liberazione dei campi. Hanno operato senza tregua per la pace e la solidarietà fraterna tra i popoli. Portando le loro testimonianze hanno lottato contro il razzismo, l’antisemitismo, la xenofobia e le tesi dell’estrema destra in Europa.
Oggi, di fronte all’arrivo dei rifugiati spinti dalle guerre e dalla miseria, la risposta di alcuni stati europei non è l’accoglimento umanitario ma la chiusura delle frontiere.
Il Mediterraneo è divenuto un immenso cimitero nel quale si sono spente le speranze di migliaia di uomini, donne e bambini.
L’Europa sembra aver perduto la propria memoria. Molti europei, prima e dopo la guerra, sono stati a loro volta rifugiati e hanno conosciuto la solidarietà ma anche la discriminazione e il rifiuto. L’Europa deve ricordare le lezioni terribili della sua storia recente e non chiudere gli occhi di fronte alle proprie responsabilità.”
“Noi – si legge ancora nell’appello – siamo depositari delle testimonianze dei superstiti dei crimini nazisti, portatori di una memoria viva e dolorosa; ci facciamo portavoce delle migliaia di uomini e donne sopravvissuti ai campi, dei loro discendenti e dei tanti semplici cittadini che militano nelle nostre rispettive associazioni. Siamo impegnati nel preservare dall’oblio, dalla banalizzazione e dalla distruzione fisica gli ex campi di concentramento, luoghi di memoria dell’Umanità, basandoci nella nostra azione, tra l’altro, sulla Risoluzione del Parlamento Europeo del 11 febbraio 1993 relativa alla ‘protezione europea e internazionale, come monumenti storici, dei siti dei campi di concentramento nazisti‘. I recenti attacchi alle strutture di Mauthausen e di Flossenbürg suscitano la nostra indignazione.
Restiamo vigili di fronte ai tentativi nazionalisti e populisti di cancellare dalla memoria europea questi luoghi di barbarie ma anche di lotta e di solidarietà.”